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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

L'OCCIDENTE HA BISOGNO DI RECUPERARE LA DIMENSIONE DEL MISTERO? - Le Liturgie "abusate" e "abusanti"

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 « Quanto bisogno abbiamo di recuperare il senso del mistero, così vivo nelle vostre liturgie, che coinvolgono la persona umana nella sua totalità, cantano la bellezza della salvezza e suscitano lo stupore per la grandezza divina che abbraccia la piccolezza umana! E quanto è importante riscoprire, anche nell’Occidente cristiano, il senso del primato di Dio, il valore della mistagogia, dell’intercessione incessante, della penitenza, del digiuno, del pianto per i peccati propri e dell’intera umanità (penthos), così tipici delle spiritualità orientali! Perciò è fondamentale custodire le vostre tradizioni senza annacquarle, magari per praticità e comodità, così che non vengano corrotte da uno spirito consumistico e utilitarista ». Rivolgendosi ai partecipanti al Giubileo delle Chiese Orientali , Leone XIV ha in realtà indirizzato un messaggio potente all'Occidente cristiano, in cui la trascendenza (di cui la Liturgia è massima espressione) sembra ormai appiattita nella dimensione esclu...

LA RASSICURANTE PRESENZA DEL PASSATO – Echi del Magistero precedente in Leone XIV

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Il passato, in ogni momento di passaggio, è rassicurante. Non perché vi vogliamo rimanere ancorati, ma perché per andare avanti è necessario non dimenticare quanto di buono è stato seminato, costruito, iniziato prima di noi. Il bene che è stato fatto ci rasserena, ci ricorda che la vita, nel suo procedere, può sempre riservarci cose belle, e che nei momenti poco felici possiamo, in un certo senso, rifugiarci nei ricordi. Il passato, poi, ci rammenta che nulla si costruisce distruggendo, in un certo senso, ma continuando dalle sane fondamenta e procedendo verso il domani.  Nella storia della Chiesa, volendo parlare a grandi linee, chiamiamo tutto questo "Deposito della Fede", ma al di là di concetti così importanti (in cui andrebbero fatti poi distinguo più specifici), rimane molto altro, come la storia concreta di chi ci ha preceduto, le loro parole e i loro gesti. Ricordare il passato, così, è azione di gratitudine e di progettazione, allo stesso tempo. Rendere grazie per l...

PORTARE LA CROCE "DI" CRISTO - Fra identità personale e continuità. La prima omelia di Leone XIV

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«You have called me to carry that cross, and to be blessed with that mission. [Mi avete chiamato a portare questa croce, e a essere benedetto con questa missione]. [...] Sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato (cfr Gv 3,30), spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo. Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa». Le parole con cui Leone XIV ha dato inizio e fine alla sua prima omelia da Papa,  nella Messa presieduta in Sistina col Collegio Cardinalizio, fanno da cornice al concetto riassumibile nel triplice compito di ogni presbitero: governare, insegnare, santificare, per portare tutti a quel Cristo che «è Figlio del Dio vivente, cioè l’unico Salvatore e il rivelatore del volto del Padre». Per camminare insieme verso quel «destino eterno che supera ogni nostro limite e capacità».  Tutto questo, dice papa Prevost, fra le r...

LA MOZZETTA E L'AVE MARIA : HABEMUS PAPAM, LEONE XIV

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Leone XIV: il nome scelto dal card. Robert Francis Prevost riprende quello che fu di papa Gioacchino Pecci, Leone XIII, il quale come lui – coincidenza peculiare – salì al soglio di Pietro all'età di 68 anni. Un papato, quello di Leone XIII, innestato fra novità e tradizione, aperto al moderno ma ancorato alla solidità del passato; un papato interessato ai risvolti sociali dell'essere cristiani, come i più avranno pensato ricordando l'enciclica Rerum Novarum , del 1891. E fra modernità e tradizione si presenta il nuovo pontefice: tornano, dopo tredici anni di assenza, la mozzetta e la croce pettorale, ma ascoltiamo anche concetti quali "sinodalità" e "camminare insieme" che tanto hanno connotato il pontificato di Francesco, così come pure la recita dell'Ave Maria, che accompagnò l'uscita di papa Bergoglio sulla Loggia delle Benedizioni.  Rimangono i temi centrali della cristianità, echi di storia bimillenaria della Chiesa e del papato: la fedeltà...

FORMA E(`) SOSTANZA - Il Mistero nell'ingresso in Conclave

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"Extra omnes": due sole parole, in una lingua ormai arcaica, capaci ancora oggi di tenere incollate agli schermi (anche quelli di piazza San Pietro) migliaia e migliaia di persone. Un paradosso, nell'epoca delle scrollate social senza sosta, del binge watching compulsivo di serie tv, del consumo usa e getta di notizie "per soli titoli", di messaggi vocali che accorciano i tempi rispetto alla parola scritta. È Il paradosso della lentezza, l'affanno del mondo per l'ingresso dei Cardinali in Conclave, l'ansia dell'umanità di conoscere il nuovo Papa e di ascoltare altre due parole, anch'esse in un linguaggio vetusto: "Habemus Papam".  È la contraddizione di un mondo che dice di rifiutare il Sacro o di volerlo a tutti i costi "modernizzare", e poi si ritrova, in una sorta di entusiasmo collettivo, a seguire una lunga processione di berrette rosse, snodata fra preghiere ai santi, invocazioni allo Spirito e giuramenti solenni. Un...

LO SPIRITO E IL CONCLAVE

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Ricorre forse alla strategia dell'acchiappaclick il secondo episodio del podcast Extra Omnes di Avvenire , titolato "Ma davvero il Papa è scelto dallo Spirito Santo?" , e sottotitolato "I dubbi di Ratzinger sull'ascolto dello Spirito"? La puntata rimette in circolo (come già fatto dalla testata nel 2013) la risposta dell'allora cardinale a un'emittente bavarese. In quell'occasione, il futuro papa Benedetto, così si era espresso: « Direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scel...

VENTI "DIVINI" - Fra segni e Segno

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Segni, simboli: l'uomo spesso ne ha bisogno quasi come il pane quotidiano. In una sorta di rassicurazione continua dell'essere preso in carico da qualcuno di più grande di lui, da braccia più sicure. Sapendo di avere bisogno di un Altro. Il problema, per i cristiani, è però riconoscere che un grande segno ci è già stato dato, ed è Cristo, il Figlio del Padre, l'Agnello di Dio. La verità che smantella (o almeno dovrebbe) la smania di voler trovare (e vedere) piccoli segni dappertutto: tra le forme delle nuvole, nelle ombre della sera, fra le cose più ordinarie del quotidiano in cui riusciamo a rintracciare croci, cuori, angeli, Madonne. Il Vangelo è chiarissimo, quando Gesù rimprova apertamente dicendo: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta» (Mt 12,39). Parlava qui della sua risurrezione. In questo contesto, dunque, anche gridare quasi al miracolo ogni volta che il vento sfoglia le pagine ...

"IN SPIRITO E VERITÀ" - Breve chiosa a margine di un'intervista al card. Müller

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Intervistato da "El Pais" (qui una traduzione in italiano), il card. Müller risponde a una domanda apparentemente insidiosa sul totopapa, aprendoci però a un colpo di scena dal sapore tutto spirituale:   «D. Il prossimo Papa dovrebbe tornare ad essere europeo o occidentale? R. Non dipende dal Paese. Dobbiamo parlare di più di Gesù Cristo. Negli ultimi sinodi abbiamo sempre parlato dello spirito».   David Bumgardner su Unsplash Il punto è nevralgico per ogni credente: di quale spirito parliamo, a quale spirito ci affidiamo, quale spirito seguiamo? Parlare di spirito è il segno di un discernimento profondo oppure la mascheratura dei desideri personali del singolo, delle sue proprie convinzioni, delle sue ideologie? Lo spirito, infatti, quand'anche si parli di Spirito con la S maiuscola, ci fa correre un rischio profondo: rimanere nel vago di qualcosa che c'è, ma non si vede coi sensi; di un'entità eterea che non parla con vocaboli umani,  e che perciò può rivelare a...