FORMA E(`) SOSTANZA - Il Mistero nell'ingresso in Conclave


"Extra omnes": due sole parole, in una lingua ormai arcaica, capaci ancora oggi di tenere incollate agli schermi (anche quelli di piazza San Pietro) migliaia e migliaia di persone.

Un paradosso, nell'epoca delle scrollate social senza sosta, del binge watching compulsivo di serie tv, del consumo usa e getta di notizie "per soli titoli", di messaggi vocali che accorciano i tempi rispetto alla parola scritta.

È Il paradosso della lentezza, l'affanno del mondo per l'ingresso dei Cardinali in Conclave, l'ansia dell'umanità di conoscere il nuovo Papa e di ascoltare altre due parole, anch'esse in un linguaggio vetusto: "Habemus Papam". 


È la contraddizione di un mondo che dice di rifiutare il Sacro o di volerlo a tutti i costi "modernizzare", e poi si ritrova, in una sorta di entusiasmo collettivo, a seguire una lunga processione di berrette rosse, snodata fra preghiere ai santi, invocazioni allo Spirito e giuramenti solenni. Un rito lungo, semplice e maestoso, in una lingua oggi sconosciuta ai più (e tante volte demonizzata da questi più), corollato da affreschi che narrano storie per molti attualmente declassate a storielle, e vigilato dal Giudizio del Michelangelo, rimando a quei Novissimi troppo dimenticati dal mondo moderno. 

Ma questa "forma" trasmette una sostanza, che se ne abbia o meno consapevolezza: il senso di una storia bimillenaria che attraversa la vita della Chiesa e, dal di dentro o dal di fuori, quella di  tutto il mondo; la sostanza di un "Mistero" che impregna la vita di ogni uomo e di ogni donna, anche di chi dice di non credere, ma che pure si ritrova poi a cercare (dove può o vuole) l'invisibile.

Leggiamolo, anche, come  un segnale di speranza: il fascino di quella forma che non è apparenza, ma che "informa", cioè che riveste la sostanza per renderla visibile ci dice, in fondo, che la creatura ha ancora bisogno di Dio e che per questo ha sempre bisogno di riti. E di riti capaci di trasmettere il Sacro attraverso parole, gesti, simboli che travalichino l'ordinario quotidiano. È il Sacro che passa anche nell'attesa di una grande porta che si chiude e di una fumata bianca, oltre che nella bellezza sempre nuova e sempre antica della liturgia.

Che questa curiosità diventi ricerca, fede, amore a Cristo, è un'altra storia.
Non quella destinata ai giornali, con gli occhi puntati sul comignolo della Sistina, ma solo al cuore di Dio, con lo sguardo puntato sul cuore dell'uomo.

Una storia che rimane segreta, coi suoi tempi, più o meno lunghi, con le sue fumate nere e bianche, con le sue parole sempre antiche e sempre nuove. Proprio come quelle di un Conclave.

Commenti

  1. Si può eleggere Papa il blogger di Vatican Insight?

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  2. Accogliamo la simpatica proposta come incentivo a continuare il lavoro di riflessione su questo blog!

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