VENTI "DIVINI" - Fra segni e Segno
Segni, simboli: l'uomo spesso ne ha bisogno quasi come il pane quotidiano. In una sorta di rassicurazione continua dell'essere preso in carico da qualcuno di più grande di lui, da braccia più sicure. Sapendo di avere bisogno di un Altro.
Il problema, per i cristiani, è però riconoscere che un grande segno ci è già stato dato, ed è Cristo, il Figlio del Padre, l'Agnello di Dio. La verità che smantella (o almeno dovrebbe) la smania di voler trovare (e vedere) piccoli segni dappertutto: tra le forme delle nuvole, nelle ombre della sera, fra le cose più ordinarie del quotidiano in cui riusciamo a rintracciare croci, cuori, angeli, Madonne.
Il Vangelo è chiarissimo, quando Gesù rimprova apertamente dicendo: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta» (Mt 12,39). Parlava qui della sua risurrezione.
In questo contesto, dunque, anche gridare quasi al miracolo ogni volta che il vento sfoglia le pagine del Vangelo collocato sulla bara di un Papa, e il volervi rintracciare significati "altri", diventa un po' un azzardo, una forzatura. Come tornare al mondo degli antichi romani, e alla loro anemoscopia, forma di divinazione che sfruttava l'interpretazione del vento.
La natura, semplicemente esiste. Parla anch'essa della bellezza di Dio: già questo è un segno, troppe volte sottovalutato e rinnegato, mentre ci si sofferma su elementi apparentemente più sensazionalistici. Immagini che certamente colpiscono, che aiutano a riflettere, ma che andrebbero ridimensionate nella nostra mente, propensa a tracciare dovunque vie straordinarie.
A voler fare poi, fino in fondo, disquisizioni interpretative, l'onestà intellettuale ci chiederebbe di dire che il vento ha sfiorato le pagine dei Vangeli degli ultimi tre Papi, quelli i cui funerali sono stati trasmessi in diretta televisiva. In un caso il Libro è stato addirittura richiuso dal vento, in un altro è stato gentilmente sfogliato, nell'ultimo si è fermato su una pagina precisa.
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| Il Vangelo chiuso dal vento sulla bara di Giovanni Paolo II |
Ma questo è ciò che possiamo dire in base alle poche inquadrature riservate al Vangelo.
Rimane la possibilità di chiedere, per le prossime esequie, un primo piano continuo del Vangelo.
Per accontentare chi ha bisogno di segni, al di là dell'unico Segno.

Ottima riflessione, contro l'idolatria dei segni (magari per non aprire gli occhi sulla realtà "vera" che sta dinanzi (cioè, per esempio, lo Spirito ha soffiato sulle azioni e parola del Papa vivo, più che sulle pagine del libro poste sulla bara di un papa morto).
RispondiEliminaNon di solo segni vive l'uomo!
Bravo il "vatican insight-ista"!!!